
Passive house: come costruire una casa passiva e sostenibile
Come costruire una Casa Passiva
Viviamo in tempi di elevata sensibilità ambientale, nei quali l’impegno ecologico tocca trasversalmente ogni settore economico e produttivo, edilizia compresa. Chiaro esempio di ciò è la nascita del concetto di passive house. Che cosa intendiamo con questo termine? Quando parliamo di casa passiva, traduzione in italiano del termine inglese, ci riferiamo a un edificio tecnologicamente avanzato e a basso consumo energetico. Abitazioni di questo tipo sono già diffuse in Europa e stanno guadagnando sempre più popolarità anche nel nostro Paese.
Cosa significa casa passiva?
L’aggettivo passive sottolinea la principale caratteristica di una passive house: quella di riscaldare senza utilizzare impianti tradizionali, come radiatori e caloriferi, ma sfruttando l’irraggiamento solare trasmesso dalle finestre, oppure il calore prodotto dagli elettrodomestici e da chi abiti la casa. Di fatto, si consuma energia non prodotta in maniera attiva e ciò ha ispirato il nome.
Questo modello abitativo è il principale traguardo raggiunto dall’edilizia ecosostenibile; non disponiamo infatti di alternative energeticamente più efficienti. Il principio basilare è quello di edificare dimore che mantengano la temperatura sempre costante, a fronte di un consumo energetico minimo.
Come funziona una passive house?
Il riscaldamento passivo è possibile grazie alla sinergia di tre elementi differenti e ben definiti:
- l’utilizzo di impianti di ventilazione e circolazione d’aria;
- l’installazione di infissi termici;
- la coibentazione delle pareti.
La ventilazione permette di migliorare l’efficienza energetica consentendo all’aria di circolare liberamente, senza disperdere fresco o calore, in modo da mantenere una temperatura uniforme in ogni stanza e favorire il risparmio energetico. I sistemi di aerazione impiegati sono frequentemente dotati di dispositivi per il recupero di aria calda.
Le finestre termiche isolano l’edificio e si pongono come elemento incaricato di trasmettere il calore dei raggi solari alla casa, aumentando la temperatura durante la stagione fredda. L’isolamento termico è fondamentale per rendere una casa passiva. Al fine di ottimizzarlo si ricorre alla coibentazione interna delle pareti perimetrali, così come a quella di soffitti e pavimenti, specialmente nel caso di un ambiente fortemente umido. La procedura non serve soltanto ad alleggerire gli importi in bolletta ma contribuisce anche a migliorare il comfort abitativo generale e a ridurre sensibilmente, quando non proprio a eliminare, problemi di muffa e umidità.
Energia per la casa passivaLo standard energetico della casa passiva si mantiene inferiore ai 15 kilowattora di fabbisogno per metro quadrato. Il valore è considerevolmente migliore di quello delle abitazioni in classe A, che consumano circa il doppio. Resta comunque necessario avere a disposizione più energia per sopperire alle quotidiane esigenze di una famiglia: la soluzione per riuscirci mantenendosi coerenti ai principi di sostenibilità di una passive house è lo sfruttamento di energia rinnovabile.
Questi edifici ospitano generalmente un impianto fotovoltaico sul tetto, destinato a convertire energia solare in acqua calda e riscaldamento per l’intera abitazione. Talvolta si installa un tetto verde (spesso detto anche tetto giardino o giardino pensile) costituito da terra e vegetazione: non produce energia ma favorisce l’isolamento termico e acustico. Attraverso un impianto composto da pompa di calore terra-acqua e apposite sonde collegate a pannelli radianti è inoltre possibile riscaldare gli spazi (oppure raffrescarli, durante l’estate) sfruttando l’energia geotermica.
Passive house: costi e vantaggi

Il costo di una passive house è più elevato rispetto a quello di un’abitazione tradizionale. Non è possibile quantificare al buio quanto si spenderà, dal momento che le variabili sono numerose: oltre al prezzo dei materiali costruttivi specifici, dell’isolamento termico, della ventilazione e delle finestre occorre infatti considerare la metratura, la collocazione e il progetto, esattamente come avviene per qualsiasi immobile.
La buona notizia è che l’esborso aggiuntivo verrà totalmente ammortizzato. Lo sconto in bolletta nel corso degli anni sarà infatti considerevole: l’impatto di una casa passiva è prossimo allo zero e non dobbiamo stupirci se il risparmio arriverà a toccare percentuali del 90% rispetto ai consumi di un’abitazione tradizionale di pari dimensione, com’è stato calcolato. Dopo aver praticamente azzerato il costo della componente energia, non ci sarà più da preoccuparsi di volatilità e fluttuazioni di mercato.
Perché scegliere una casa passiva
L’efficienza energetica di una passive house comporta dunque un drastico abbassamento dei consumi rispetto a una casa priva degli stessi accorgimenti. Questo non è però l’unico pregio di questi edifici.
Una casa passiva è più silenziosa, in quanto la coibentazione comporta un elevato isolamento acustico; più igienica, dal momento che il sistema di ventilazione tiene l’umidità sotto controllo, ostacolando la formazione di muffa, e più salubre, poiché i materiali impiegati sono rispettosi dell’ambiente e innocui per la salute.
La casa passiva nella storia
È nel 1988 che si inizia a parlare di passive house, o meglio passivhaus, visto che ci troviamo in Germania. Bo Anderson, svedese, e Wolfgang Feist, tedesco, sono due professori universitari: il primo insegna ingegneria e il secondo fisica. Dalla loro passione per l’architettura sostenibile nasce la prima casa passiva della storia: un complesso di 4 villette a schiera collocate a Darmstadt.
Inaugurato nel 1991, il progetto riscuote subito un grande successo, tanto che ingegneri e architetti provenienti da ogni dove, Italia compresa, se ne interessano e si recano a visitarlo. Da quel momento in avanti, il fenomeno passivhaus conquista dapprima l’Europa del Nord e poi il resto del continente. Oggi architetti e ingegneri, conoscendo i pregi della casa passiva, progettano edifici di questo tipo in tutto il mondo.