
Crisi dei materiali: i problemi dell’industria durante e dopo la pandemia di Sars-covid19
Crisi dei materiali
Durante la prima fase della pandemia di Sars Covid 19 lo stile di vita delle persone di tutto il mondo è cambiato e sono mutati, di conseguenza, anche i consumi, che hanno visto aumentare vertiginosamente gli acquisti online anche in Italia. Con il crollo della produzione e della domanda della fase 1, all’inizio della seconda fase della pandemia, le aziende sono ripartite tutte insieme, causando la mancanza di risorse e scorte di materiali.
Negli ultimi anni, il PMI (Purchasing Managers Index), l’indicatore economico che rappresenta la capacità di acquisizione di beni e servizi (produzione, ordini, scorte e consegne…) e che regala una fotografia dell’attività manifatturiera di un paese, è sceso ai minimi storici in Italia.
In addizione a questa situazione, la crisi Ucraina e la crisi Energetica hanno impattato su molti settori, specialmente quello delle industrie e delle costruzioni.
Rincaro edilizia: materie prime sempre più costose ed introvabili
Focalizzandoci sul settore delle costruzioni, al di là dei rincari delle materie prime, molte imprese edilizie iniziano ad avere dei seri problemi legati all’approvvigionamento di alcuni materiali ed hanno problemi a mantenere gli impegni contrattuali presi in fase di inizio lavori in seguito ad una carenza di offerta da parte di tutto il sistema produttivo del paese.
L’industria non riesce a garantire le forniture di materie prime e di prodotti lavorati, perciò quasi in tutti i settori, ma soprattutto sui cantieri si hanno dei ritardi che coinvolgono praticamente tutte le fasi di realizzazione dei lavori commissionati. Questi ritardi coinvolgono clienti singoli, ma anche lavori edili legati all’ambito pubblico.

Si sono avuti forti rincari non solo sulle materie prime, ma anche sui prodotti lavorati, ad esempio sugli infissi (il prezzo del PVC è aumentato del 73%), sulle pavimentazioni e sui rivestimenti. Inoltre, è aumentato il prezzo dei prodotti ceramici e metallici, ovvero di tutti quelli di lavorazione degli altiforni, che subiscono il caro energia. Tra i metalli, alluminio e rame hanno raggiunto prezzi proibitivi, così come il palladio, che grava soprattutto sul settore automotive.
Oltre al PVC, sono diventati difficilmente reperibili i materiali di ferramenta e viteria e quelli da costruzione come i tondini da cemento armato, che sono aumentati del 243%.
Incompatibilità tra Pnrr, caro prezzi e irreperibilità dei prodotti
Il Pnrr (Piano nazionale di ripresa resilienza) approvato dal Governo italiano nel 2021, prevede una serie di investimenti che serviranno per la ripresa economica del paese grazie a dei finanziamenti che l’Europa ci ha messo a disposizione.
Tra gli obiettivi del Pnrr, ad esempio, c’è quello di incentivare la ripartenza del settore delle costruzioni e degli immobili offrendo ai cittadini la possibilità di inviare una richiesta all’ENEA per ottenere il bonus del 110% su lavori di costruzione o ristrutturazione oppure le detrazioni fiscali previste per chi sceglie di aiutare la transizione ecologica favorendo l’energia rinnovabile e misure sostenibili green.
Anche nella nostra Parabiago, negli ultimi anni, è aumentata la sensibilità ecologica da parte dei cittadini, che hanno modificato alcune delle loro abitudini di vita, scegliendo il più delle volte degli impianti energetici per case a emissioni zero.

In questa situazione di crisi generale, però, andrebbero rivisti i bandi gara e la burocrazia interna, che, insieme alla difficile reperibilità e ai costi altissimi dei materiali contribuiscono ad allungare i tempi dei lavori nei cantieri e rendono impossibile alle imprese edili di partecipare agli appalti e di soddisfare le richieste dei loro clienti.